Inizio questo articolo togliendomi sassolini dalle scarpe che mi infastidiscono da parecchi lustri.
Mi riferisco al pressapochismo di cui sono intrisi giornali, telegiornali e, sopratutto, i social. Più avanzo con l’età e più penso che quei luoghi siano frequentati da tante persone superficiali (ed alle volte anche un po’ arroganti). So che sarò pungente ma è il momento per tutti noi di ricominciare a riflettere e ad essere critici (essere cioè in grado di esprimere giudizi valutativi, in modo analitico e approfondito) per combattere questa china dolente della disinformazione.
Vorrei quindi toccare 3 argomenti sul mondo dell’informazione prima di entrare nel vivo e parlare dei dazi.
1) Trovo odioso ascoltare o leggere nei media espressioni come la seguente: “un evento di portata storica”, usate con leggerezza e senza senso della misura.
L’espressione “evento di portata storica” dovrebbe indicare qualcosa che cambia davvero il corso della storia o che avrà un impatto duraturo nel tempo, eppure oggi viene spesso abusata dai media per enfatizzare notizie che, nella realtà, sono solo momentaneamente rilevanti o mediaticamente “calde”.
L’uso inflazionato di formule iperboliche come questa contribuisce a una sorta di teatro dell’emergenza permanente, in cui tutto sembra importante, urgente, epocale… finché non viene dimenticato il giorno dopo.
In realtà, un evento di vera portata storica è stato, ad esempio, la caduta del Muro di Berlino.
I media spesso non hanno fatto distinzione tra cronaca e storia, tra un vero spartiacque e un aggiornamento temporaneo. Ma si sa, il loro obiettivo è l’audience o, peggio ancora, i like…
2) Cosa dire allora di “bruciati x miliardi”??
“Bruciati 400 miliardi dalle borse” è un grande classico del catastrofismo economico da prima pagina. Suona drammatico, definitivo, quasi apocalittico. Ma in realtà? È una frase fuorviante, se non proprio senza senso nel contesto corretto.
Nessuno ha bruciato fisicamente nulla.
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Nessuno ha perso quei soldi in senso assoluto.
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Non è denaro reale, liquido, uscito da un conto.
È semplicemente una fluttuazione del valore teorico delle azioni, che può tornare su domani, tra una settimana, o tra sei mesi.
Le borse possono fare due cose: salire o scendere
Drammatizza senza spiegare. Nessun investitore ha acceso un falò con i miliardi.
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Ignora la natura dei mercati. Le borse oscillano, è normale.
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Spaventa il pubblico generalista alimentando l’idea che “l’economia stia crollando”, quando in realtà si tratta di un calo, che so, del 2% in una giornata di mercato finanziario. Genera confusione, mescolando economia e finanza come se fossero la stessa cosa, quando invece sono ambiti distinti e ben separati.
3) Altra idiozia dei media: gli articoli su “Consigli per proteggere i propri risparmi”
Ah, gli immancabili articoli dei media su come “proteggere i propri risparmi”!
Ecco spuntare titoli apocalittici: “Bruciati miliardi in Borsa!”, “Tempesta perfetta sui mercati!”. Poi, tra le righe, il consiglio rassicurante: “Non vendete in preda al panico”. Prima gli scenari da film catastrofico, poi bisogna restare calmi…..
Gli articoli pullulano di perle di saggezza come, diversificate gli investimenti, investite in beni rifugio (francobolli rari?) . Peccato che sono consiglia da dare prima e non dopo….
Questi presunti consigli mancano di personalizzazione e non considerano le diverse realtà economiche, finanziarie e scelte precedenti dei lettori.
Alla fine dell’articolo, però, c’è sempre la solita precisazione: ognuno deve valutare la propria situazione e rivolgersi a un esperto. Ma intanto, la frittata è fatta.
Sfogo finito.
Passiamo a commentare, dal mio punto di vista, i dazi da poco entrati in vigore (che non sono un evento storico).
Le recenti decisioni di Trump riguardo le tariffe commerciali, hanno sorpreso analisti e mercati per la loro entità e modalità.
Perché questa sorpresa? Trump ha deciso di introdurre una tariffa universale del 10%, che non era stata anticipata, e che riguarda non solo le economie con elevati surplus commerciali, ma anche altre economie, come quelle asiatiche (lasciando perdere la storia dei pinguini…).
Ha sorpreso l’entità e la globalità di queste tariffe.
Inoltre ha deciso di implementare le tariffe immediatamente, senza lasciare spazio a negoziazioni.
Va però notato che i livelli di dazi annunciati sono stati dichiarati come “massimi”, quindi al più potremo scoprire che in futuro scenderanno.
Gli impatti a lungo termine sono incerti, ma inizialmente si prevedono effetti limitati, come una stagnazione economica per qualche trimestre, con un possibile indebolimento della crescita globale.
Perché Trump dice che l’America ha subito dazi?
Lui parla dei dazi subiti, ma in verità si riferisce al problema del deficit commerciale; il gabinetto del presidente ha effettuato il “calcolo” del dazio fittizio basandosi sul deficit commerciale. Questo tipo di approccio, assolutamente impreciso, potrebbe essere riassunto nella seguente logica:
Deficit commerciale = Esportazioni – Importazioni
Dazio medio per paese = (Deficit commerciale con quel paese) / (Totale delle importazioni degli USA)
Tra le sorprese maggiori troviamo le tariffe universali del 10% e le tariffe più alte per le economie asiatiche, come la Cina (fino al 65%). La nuova tariffa “reciproca” per la Cina e’ del 34%, da aggiungere al 20% già imposto per il contrabbando di Fentanyl e alle tariffe decise nel 2018 e mai rimosse.
L’implementazione è immediata, senza possibilità di negoziazione. L’aumento delle tariffe porterà a un incremento medio del 13-18% delle tariffe complessive, il livello più alto da decenni.
L’incremento medio delle tariffe viene calcolato sommando gli aumenti delle tariffe sui vari beni importati e, per ciascuno, si considera l’importanza (il valore in termini di volume e valore economico) di ciascun bene all’interno dell’economia. Si ottiene una media ponderata.
Le implicazioni per l’economia americana includono un aumento dell’inflazione, riducendo il reddito disponibile delle famiglie e abbattendo la crescita dei consumi e degli investimenti.
In altre parole, le tariffe più alte sui beni importati aumentano il costo dei prodotti che i consumatori acquistano; di conseguenza, l’inflazione potrebbe salire, poiché i beni importati diventano più costosi.
Trump spera che i dazi rendano i beni esteri meno competitivi favorendo i produttori interni.
Nel breve è invece probabile che i dazi possano rallentare la crescita economica e aumentare la disoccupazione.
Cosa altro spera che succeda il governo USA? Vorrebbe ridurre il deficit commerciale, favorire la produzione interna e negoziare accordi più favorevoli (le tariffe vengono usate come pistola fumante sul tavolo delle future trattative).
La crescita del PIL nel 2025 è stata rivista al ribasso, con una possibile recessione. L’impatto sulle economie globali, in particolare sulla Cina e l’area euro, potrebbe ridurre la crescita. Tuttavia, l’effetto potrebbe essere mitigato da politiche fiscali espansive.
Vorrei sottolineare con forza che qui si parla di una RIDUZIONE DELLA CRESCITA!
Mentre a sentire i vari telegiornali o i giornali non specializzati sembra che stia finendo il mondo!
L’Entità della riduzione e’ di circa lo 0,4% per gli USA, dello 0,6% per la Cina e dello 0,3% per l’area EURO.
Dal punto di vista degli investimenti, i mercati hanno reagito con correzioni azionarie (che mi piace definire isteriche) e “allargamento degli spread di credito” (come dicono quelli bravi) che indica un aumento della differenza (spread) tra il rendimento di un’obbligazione (o Titolo di Stato) emessa da un soggetto “fragile” (con rischio di credito, come un’azienda o un Paese con finanze fragili) e quello di un titolo considerato a minor rischio (come i titoli di Stato tedeschi o americani).
La valutazione della situazione rimane incerta e, personalmente, mi attendo una lenta retromarcia mascherata da “Avete visto? Abbiamo vinto noi, ora possiamo abbassare le tariffe”.
Il problema sarà spiegare a coloro che credono in Trump che tutto ciò non e’ vero….
Ma nell’epoca di TikTok, non sarà facile…
Credit: Immagine del titolo di Free Malaysia Today (FMT)
M.R.
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