TEMI DI INVESTIMENTO
Conosci tutti i legami esistenti tra 5G, intelligenza artificiale e big data? Cosa sai dell’accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale? Sai come si sta evolvendo la demografia nel nostro pianeta? Cosa sai delle cellule staminali e di quanto hanno già permesso alla medicina rigenerativa ? Sei al corrente di quanti investimenti servano per l’acqua? Conosci la storia dell’oro e l’importanza e le dimensioni delle riserve auree della Banca d’Italia ?
5G E’ la quinta generazione degli standard di comunicazione per dispositivi mobili. Sarà disponibile probabilmente non prima di un paio di anni. Rispetto al 4G, che per primo ha consentito la trasmissione di contenuti multimediali (in special modo filmati o foto ad alta definizione, prima non fruibili in tempi accettabili su dispositivi mobili) , il 5G avrà una velocità decisamente maggiore (teoricamente 20 volte, nella pratica potrebbe essere una decina di volte), ma soprattutto una latenza di pochissimi millisecondi contro i 15-20 del 4G (ritardo tra invio di una informazione e la sua completa ricezione). In pratica permette di far calare, per la prima volta ad un livello accettabile, i tempi tra la trasmissione e la ricezione di un comando. Molte azioni non potrebbero essere attuate a distanza con una latenza superiore ad un millisecondo: si pensi alla chirurgia o alla gestione del traffico automobilistico. Si attendono applicazioni anche nel campo dell’agricoltura dove i droni potranno fornire immagini ed intervenire in autonomia se, ad esempio, una parte della coltivazione avesse bisogno di essere trattata con fitofarmaci. Si potrà inoltre dosare meglio l’irrigazione e l’uso dei fertilizzanti. In Svezia sono stati telecomandati escavatori per rendere più sicuro il lavoro in miniera. La tecnologia abbinata consentirà un forte risparmio energetico grazie ad apparecchiature che potranno stare in rete mesi senza consumare batterie. E’ stata sviluppata da un numero molto ristretto di aziende tra cui la cinese Huawei.
6G La rete 5G non è ancora operativa, se non a livello sperimentale, ma ci sono già massicci investimenti nella generazione successiva: Corea e Finlandia sono le nazioni che stanno investendo di più. Sembra che nel settore ci sia una tradizione secondo cui le generazioni con numero pari rendono possibili le promesse fatte da quelle con i numeri dispari. In pratica si teme che per poter davvero gestire il traffico di milioni di auto autonome, giusto per fare un esempio, serva più potenza di quella che dovremmo avere a breve col 5G. Con maggiore potenza si porrà ancora di più il problema della carenza di microripetitori perché le frequenze che si andranno ad usare permettono di portare più dati ma a minore distanza. Ci si aspetta che abbia una latenza pari a zero e che permetta alle informazioni ricavate di fondersi con la realtà con degli oleogrammi.
Acqua Il 71% della superficie terrestre è coperto da acqua, di cui il 97% è salata, il rimanente 3% è acqua dolce proveniente da ghiacciai e nevi perenni (68,9%), falde sotterranee (29,9%) e acque superficiali (1,2%); solo l’1% è acqua accessibile per uso umano. Il 70% del prelievo mondiale di acqua è destinato all’agricoltura, il 18% all’industria ed il 12% all’uso domestico. Come è noto l’acqua viene definita oro blu. Forse sono meno note le motivazioni che hanno portato ad una tale definizione, in altre parole tutto quello che esiste intorno alla scarsità d’acqua e quanto tale fenomeno sia esteso. La California è da anni in lotta con una siccità estrema che è anche legata agli incendi di cui è sempre più spesso vittima, nel 2018 ne sono stati censiti 2.600. Digitando California drought su Google si arriva a diversi siti che seguono il fenomeno, quello probabilmente più affidabile è del Pacific Institute. Nell’aprile del 2017 il governatore Jerry Brown ha dichiarato la fine di uno stato di emergenza che andava avanti dal 2013. Periodi di siccità c’erano stati in precedenza e sono attesi in futuro. Si calcola che l’agricoltura abbia perso più di 1,5 miliardi di fatturato all’anno. Sono stati approvati progetti per costruire quattro dighe e quattro impianti idrici sotterranei e tutte le amministrazioni cittadine devono fornire report su come viene utilizzata l’acqua. Lo scorso anno Città del Capo ha rischiato di rimanere senz’acqua, solo una drastica riduzione dei consumi ed un inatteso ritorno delle piogge ha potuto spostare il problema di qualche mese. Le implicazioni geopolitiche della scarsità d’acqua sono, ovviamente, enormi. Nel 2000 la Bolivia è finita al centro dell’attenzione internazionale a causa della privatizzazione dell’acqua imposta dal FMI che ha portato molte persone a non poterla pagare. L’anno successivo l’acqua è tornata in mani pubbliche. Si stima, comunque che le entrate mondiali dell’industria idrica siano pari al 40% di quelle petrolifere e che la percentuale debba aumentare sensibilmente. Le reti di distribuzione delle grandi città saranno sottoposte a pressioni sempre maggiori e dovranno essere potenziate e ristrutturate. Molte acque vengono inquinate dal tipo di utilizzo che ne viene fatto e non sono depurate, è necessario andare verso una gestione integrata dell’acqua che vada dall’estrazione al recupero. Il 40% della popolazione mondiale dipende da risorse fluviali provenienti da altre nazioni. La costruzione di una diga per la produzione di energia elettrica può danneggiare l’irrigazione dei terreni a valle.
BCI (brain computer interface ) E’ possibile ormai da diversi anni far comunicare il sistema nervoso centrale con una periferica esterna; questo può avvenire con metodologia non invasiva oppure invasiva, nel secondo caso viene inserita a livello sottocutaneo una matrice di elettrodi, mentre nel primo si usa una cuffia di materiale isolante su cui sono posti gli elettrodi. La comunicazione tra uomo e macchina non avviene esattamente tramite il pensiero ma tramite il monitoraggio degli impulsi elettrici generati dal pensiero quando si pensa intensamente ad una determinata attività. Sono stati condotti con successo esperimenti sui topi per fare il contrario: è stato il computer ad impartire ordini.
Big data
Col termine big data più che la disponibilità di un enorme quantità di dati relativa ai nostri comportamenti si intendono gli algoritmi necessari a sfruttarli per trarne informazioni utili. I modi in cui i dati vengono raccolti sono in parte ovvi in parte sorprendenti. Selezionare un link da internet vuol dire trasmettere informazioni relative alla propria salute (se lo faccio spesso di notte soffro d’insonnia) alla propria conoscenza della lingua inglese alle proprie disponibilità economiche (uso un vecchio PC o l’ultimo I Phone). L’utilizzo è decisamente sorprendente. Tutti noi possiamo verificare che digitando la stessa cosa su google da diverse aree geografiche si ottiene un risultato diverso. Se due persone cercano una pizzeria nella stessa città ed una ha fatto ricerche su prodotti integrali a quella spunteranno le pizzerie che offrono anche pizze con farina integrale. Applicazioni sono possibili anche nella sanità per immaginare l’evoluzione di una malattia o per prevenirla. Sarebbe poi possibile applicare dei prezzi riservati vale a dire far pagare uno stesso oggetto di più a quelle persone che lo desiderano di più (avendolo ricercato spesso su internet!). Si dice che i dati siano il nuovo petrolio e si aggiunge che la Cina, visto il numero dei suoi abitanti, sia l’OPEC del futuro. Si calcola che negli ultimi due anni sia stato creato il 90% di tutti i dati esistenti e che la produzione possa nei prossimi anni crescere in modo ancora più esponenziale. Di tutta questa mole finora ne sarebbe stata analizzata solo l’uno per cento. Il 5G può essere considerato un collante per l’acquisizione e l’utilizzo di questi dati.
Biotecnologia Per biotecnologia si intende l’integrazione delle scienze naturali, di organismi, cellule, loro parti molecolari nei processi industriali per la produzione di beni e servizi. Alcune forme di biotecnologia si possono trovare già nell’antichità, si pensi alla fermentazione della birra praticata dai Sumeri nel 1750 avanti Cristo. Possiamo dire che la biotecnologia tradizionale usa i processi degli organismi (come la fermentazione) mentre quella moderna utilizza o modifica i geni di organismi e li inserisce in altri organismi per ottenere la caratteristica voluta. Si può usare in agricoltura, nelle scienze ambientali e nell’industria alimentare, ma viene usata in particolare in medicina ed in farmacia dove ha permesso una vera e propria rivoluzione. Tanto per fare alcuni esempi possiamo dire che nel 1984 la pelle umana è stata prodotta in vitro. In futuro si pensa che l’ingegneria dei tessuti possa fare molte cose tra le quali la realizzazione di valvole biologiche per curare le malattie vascolari. Con le cellule staminali sono stati aiutati pazienti a recuperare la vista e a ricostruire la pelle. L’insulina è stata riprodotta grazie all’ingegneria genetica ed è stata il primo farmaco biotecnologico ad andare sul mercato. Nel 2001 è stata pubblicata la sequenza del genoma umano permettendo ai ricercatori di cominciare a sviluppare cure per malattie incurabili. Molto potrà essere fatto per ridurre l’inquinamento e per aumentare la produttività agricola. Diverse polemiche e paure circondano il mondo dei cosiddetti OGM, ma risultano smentite da numerosi studi tra cui uno pubblicato di recente dalla scuola Sant’Anna di Pisa sulla base di dati raccolti per 21 anni in diversi paesi.
Blockchain E’ una struttura informatica che permette l’esistenza delle cosiddette criptovalute e che garantisce che abbiano un valore; questa struttura potrebbe (e potrà) avere utilizzi ben più interessanti per le transazioni ed i passaggi di proprietà . Le transazioni vengono registrate su tutti i computer coinvolti nelle operazioni e questo genera una sorta di catasto non falsificabile e disponibile in contemporanea a tutti. L’utilizzo di un protocollo e di una struttura informatica ritenuti sicuri fornisce la fiducia in questo sistema di “validazione” delle informazioni contenute (comparabile ad un “registro” tradizionale ufficiale).
Cellule staminali La possibilità di studiare le cellule staminali è un effetto positivo, per quanto possa sembrare paradossale, della bomba atomica. Si è visto come individui colpiti dalle radiazioni della bomba avessero avuto un comportamento strano che ha portato gli scienziati ad alcuni esami. Esami proseguiti con topi da laboratorio che hanno mostrato come quelli in cui venivano innestate cellule staminali dopo il danno subito dalle radiazioni recuperavano le loro capacità di vivere. Le cellule staminali sono di tre tipi: embrionali, adulte ed adulte fatte diventare embrionali (ips). Le embrionali vengono dall’embrione ed in teoria sono capaci di sviluppare qualsiasi tessuto. Sono allogeniche ossia di un altro individuo e questo ha generato problemi etici. Le IPS, per la cui scoperta è stato assegnato il premio Nobel per la medicina nel 2012, hanno permesso di aggirare il problema anche se devono essere istruite, deve cioè esser detto loro che tipo di specializzazione prendere e c’è il rischio che sviluppino un tumore chiamato teratoma. Poi abbiamo quelle adulte, più facili da manipolare perché già specializzate (nella formazione di un determinato organo) ma più difficili da individuare: non sono ancora state trovate in tutti gli organi. Soltanto per quelle adulte esiste una sperimentazione clinica avviata. La speranza legata alla studio delle cellule staminali è che possano ricreare organi umani grazia alla medicina rigenerativa. Al momento si riesce a farlo principalmente per la pelle, per il sangue e per gli occhi. Riprodurre la pelle umana è molto importante soprattutto perché serve tutta: si può vivere, ad esempio, con un solo rene, con mezzo fegato, ma non con una porzione di pelle! Il primo successo per la sostituzione della pelle umana con cellule staminali adulte si è avuto nel 1984 a beneficio di un paziente ustionato negli USA. Nel 1997 c’è stato il primo successo per la ricostruzione in laboratorio della superficie dell’occhio umano che consente ormai di recuperare ferite ottenute, ad esempio, dal contatto con un acido. I pazienti non hanno subito rigetti anche a distanza ormai di decenni. Infine, pochissimi anni fa è stata ricostruita un’epidermide con genoma modificato: ad un bambino di sette anni in Germania, tenuto in coma farmacologico a causa di un problema genetico che determinava un epidermide fragilissima, è stata ricostruita tutta le pelle.
Computer quantistico E’ un computer che sfrutta le leggi della fisica e della meccanica quantistica per l’elaborazione dei dati utilizzando come unità fondamentale di elaborazione il qubit.. Per accettare meglio alcune delle affermazioni che dovremo fare in seguito va detto che la fisica quantistica segue l’estremamente piccolo il quale ha regole lontane e spesso contro intuitive rispetto a quelle della fisica classica. Nonostante recenti annunci da parte di Google relativi ai risultati di un singolo calcolo effettuato da Sycamore, il loro processore quantistico sperimentale, non esiste ancora un computer quantistico; per altro IBM ha contestato le circostanze del test di Google. Più precisamente IBM sostiene che con i suoi supercomputer avrebbe potuto fare il calcolo fatto da Sycamore, per altro privo di qualsiasi utilità pratica, in due giorni e mezzo contro i 200 secondi utilizzati dai rivali e non in anni. Quando sarà pronto, per alcune tipologie di problemi, avrà capacita di calcolo assolutamente superiori anche rispetto agli attuali supercomputer. Dove per assolutamente superiori si deve intendere che quello che un supercomputer farebbe in migliaia di anni il collega quantistico lo farà in pochi minuti; la velocità dipende dal numero di “qubit” (o anche “qbit”) che il Computer quantistico può elaborare contemporaneamente. Per capire meglio di cosa si parla, va detto che l’unita di calcolo dei computer tradizionali è il bit, che può assumere solo due valori, e per questo, si dice che tutti i computer che usiamo sono basati sulla logica binaria.
Ogni unità di calcolo tradizionale (il bit) prevede due possibilità di scelta (0 e 1) e tutte le informazioni offerte (più o meno complesse) vengono elaborate con un insieme di valori composto da tanti 0 e tanti 1. Qualunque numero, sia pur complesso, o qualsivoglia informazione, anche testuale, può essere codificata tramite una serie di 0 e di 1. L’elaborazione ed il trattamento di questi numeri binari avviene con quelle che si chiamano porte logiche (le più comuni sono le porte And , Not , Or e altre 4).
Questo non è il caso del computer quantistico, che punta a sfruttare sorprendenti proprietà della meccanica quantistica utilizzando particelle quantistiche, come ad esempio i fotoni, (semplificando al massimo potremmo definirli “piccole particelle di luce”) al posto della corrente elettrica, ed affronta i problemi in modo diverso dagli attuali computer che sostanzialmente esaminano, in modo sequenziale, tutte le combinazioni possibili. Il computer quantistico, invece, guarda il problema nel suo insieme. Un oggetto quantistico può assumere più “valori” contemporaneamente: pensiamo ad esempio ad una biglia che possa avere diversi colori nello stesso istante. Un’altra caratteristiche dei qubit è l’entanglement, una straordinaria proprietà quantistica che, secondo i più ottimisti, potrebbe portare, in un futuro ancora da individuare, al teletrasporto. Per dare una vaga idea possiamo pensare a due fotoni non collegati tra loro in modo misurabile, ma che possano condividere istantaneamente e a distanze enormi l‘uno lo stato dell’altro. Questa sorprendente proprietà rende già possibile spedire via satellite messaggi criptati in modo che non possano essere intercettati.
La concorrenza che i vari colossi informatici si stanno facendo consiste principalmente nell’usare contemporaneamente un maggior numero di qbit, nell’applicare nuove tecniche per far “elaborare” la luce, ad esempio usando sofisticati raggi laser o nello studiare nuove tecniche di raffreddamento. Al momento sono ancora difficili da costruire, devono essere tenuti lontano da qualunque interferenza esterna (“rumori”) e da cambi di temperatura che possono causare errori di calcolo. Come sottolineato all’inizio, difficilmente sostituiranno i computer sequenziali attuali nelle funzioni (definiamole) tradizionali o di tutti i giorni, ma forniranno un apporto importantissimo ad esempio nello studio di nuovi medicinali. Possiamo pensare ad un medicinale come ad una molecola con diversi atomi che devono essere messi nella giusta posizione per poter essere efficaci, ad esempio, nei confronti di una proteina “bersaglio”. I calcoli da fare per questo tipo di problemi sono quelli in cui i computer quantistici si trovano “a loro agio”. Poche elaborazioni di Qubit risolvono un problema che occupa anni di elaborazione di un supercomputer! Infine i computer quantistici avranno bisogno di molta meno energia per funzionare rispetto ai loro colleghi binari.
CRISP Si tratta di una nuova tecnica di editing genomico che permette di intervenire con molta precisione sui una singola “lettera” della sequenza del DNA. Una tecnica scoperta da pochi anni che potrebbe valere un Nobel per la medicina o per la chimica anche se sarebbe difficile capire a chi attribuirlo visto che in molti ci hanno lavorato. Viene già usata in agricoltura, ma potrebbe , nei prossimi anni, contribuire a segnare nuove frontiere nella medicina. I prodotti agricoli modificati con questa tecnica vengono a volte, e in Europa persino a livello legislativo, assimilati agli OGM, ma gli scienziati evidenziano una sostanziale differenza : il Crisp non aggiunge nulla al DNA. In Agricoltura tra gli obiettivi già raggiunti possiamo citare il riso in cui è stato abbreviato il ciclo della coltura inibendo la funzione di due geni. Va sottolineato che le piante sono modificate già da anni, per tacer di quello che la natura fa da sola. Ad esempio è stata dimezzata l’altezza delle piante di grano, ma con tecniche più approssimative. I pomodori sono stati migliorati introducendo più antiossidanti e riducendo molecole tossiche che possono dare problemi al nostro fisico. Si sta anche lavorando per rendere le piante meno esposte ai cambiamenti climatici che aumentano le temperature e riducono o esagerano la quantità d’acqua. Un altro problema su cui si sta studiando è quello di poter sfruttare i semi delle piante che si hanno senza doverli comprare come al momento accade per evitare di rovinare il raccolto. Ovviamente si sta pensando anche ad applicazioni in medicina, si va dalla ricerca per aumentare la forza degli antibiotici ad interventi sull’embrione umano. Qualche intervento sulle cellule embrionali sarebbe stato fatto in Cina, per quanto ripudiato da tutta la comunità scientifica perché la tecnica è ancora insicura ed imprecisa, per non parlare delle implicazioni etiche. La tecnologia è comunque in costante evoluzione, proprio in Italia è stata messa a punto una nuova macchina molecolare per intervenire sul DNA Evo Cas9 che sostituisce CRISPR Cas9.
Demografia Negli ultimi 50 100 anni siamo passati da qualche centinaio di milioni a circa sette miliardi e mezzo e cresciamo di oltre 80 milioni ogni giorno. I primi 10 paesi per numero di abitanti sono la Cina: quasi 1,4 miliardi, l’India: quasi 1,3, gli USA: 326 milioni, l’Indonesia: 260, Il Brasile: 207 , il Pakistan: 205 , la Nigeria: 190 , il Bangladesh: 158 , la Russia: 143 ed il Giappone: 126 . La nazione che vedrà crescere di più la propria popolazione è la Nigeria che entro il 2050 sorpasserà gli USA. Tra pochi anni l’India supererà la Cina. Nel 2050 è presumibile che la popolazione della Terra arrivi a 10 miliardi. Questo ha tutta una serie di implicazioni; ad esempio, si stima che l’attuale produzione di grano debba raddoppiare, cosa che potrà accadere solo ricorrendo alla biogenetica. Questo link mostra come si modifica la classifica delle nazioni più popolate dal 1950 al 2060. L’ONU calcola che nel 2030 oltre un miliardo di persone avrà più di 65 anni. Dal 1990 al 2017 la vita media è aumentata a livello globale in media di 7 anni. Il tasso di urbanizzazione è pari al 55%, nel 2050 sarà il 68% della popolazione mondiale a vivere nelle città. L’aumento della popolazione urbana sarà concentrato in Cina, India e Nigeria. La città con più abitanti al mondo è Tokyo con oltre 38 milioni, segue New Delhi con 27 poi abbiamo Shanghai con 25 , Pechino con 22 affiancata da Mumbai, San Paolo e Mexico City. Attualmente le città con più di 10 milioni di abitanti sono 33 e nel 2030 si stima che possano essere dieci di più. L’urbanizzazione costringerà ad investimenti in smaltimento di rifiuti e salvaguardia delle acque. Per dirla tutta il tasso di incremento demografico sta rallentando, in 12 Stati la popolazione sta diminuendo già ora e si stima che nel 2050 saranno 55. L’Italia fa parte del primo gruppo. L’andamento demografico è strettamente correlato con quello dell’economia, basti pensare che se diminuisce la forza lavoro inevitabilmente calano i consumi. Un decremento della popolazione rende più complicato avere il livello di inflazione auspicato dalle autorità monetarie e potrebbe essere uno degli elementi che spingono al ribasso i tassi di interesse.
Fonti rinnovabili In Italia la percentuale di energia elettrica prodotta con le fonti rinnovabili è abbastanza interessante: nel 2017, secondo dati forniti dall’ENI, è stata pari al 31,5% . Il 6% del totale è stato generato dalla geotermia, il 17% dall’eolica, il 19% dalle bionergie, il 23% dal solare ed il 35 % dall’idroelettrico.
In tutti questi settori la tecnologia sta facendo enormi passi avanti, i protagonisti del cambiamento nel modo di rifornirsi di energia sono attesi essere l’eolico ed il solare. A livello mondiale il loro contributo, nei prossimi 30 anni, dovrebbe passare rispettivamente dal 7% al 26% e dal 2% al 22%. Numeri che tengono conto anche di un aumento della domanda di energia di oltre il 60% . Sono previsti investimenti per 5.000 mld di dollari nell’eolico e per 4.000 nel solare. In particolare si lavorerà sull’immagazzinamento dell’energia prodotta. In Europa ci si aspetta che già nel 2040 il 90% dell’energia elettrica sia prodotta da fonti rinnovabili di cui eolico e solare rappresentino l’80%.
Per migliorare l’efficienza dei panelli solari si sta cercando di aumentare la percentuale di luce solare trasformabile in energia, al momento è intorno al 50% in laboratorio e poco più della metà nelle installazioni commerciali. Nell’eolico, tanto per fare un esempio, si stanno studiando modelli per capire la velocità del vento alle altezze cui possono arrivare le pale eoliche: in alto mare raggiungono anche i 200 metri. Si sta studiando anche tecniche per ridurre il rumore in modo che i parchi eolici possano essere maggiormente accettati. Si stanno conducendo esperimenti per piazzare dei particolari aquiloni dotati di eliche ad altezze dove ci sia più vento.
Fracking ( fratturazione idraulica ) Attualmente, fine dicembre 2018, un barile di petrolio, pari a circa 160 litri, vale poco più di 50 dollari. Ad inizio ottobre era arrivato ad 85 dollari. Il calo è da attribuirsi principalmente ad un aumento della produzione da parte dell’Arabia Saudita che ha portato la produzione giornaliera ad 11,2 milioni di barili ,contro una media di 10, a causa di pressioni USA legate ad una crisi nata in Turchia. Secondo gli analisti l’attuale prezzo sarebbe pari almeno al doppio, ossia circa 20 centesimi in più per la benzina, se non ci fosse questa tecnica di estrazione che ha permesso agli USA di aumentare la produzione. Normalmente gas e petrolio sono contenuti in aree ben definite e confinate da cui possono uscire facilmente. Il fracking è una tecnica di estrazione che ha permesso di sfruttare anche i combustibili distribuiti in modo diffuso tra le rocce ed in assenza di canali naturali per liberarli. Si tratta di una tecnica nota da anni migliorata di recente grazie a perforazioni orizzontali. Richiede l’impiego di un’enorme quantità d’acqua e può anche provocare piccoli terremoti. I giacimenti di questo tipo durano soltanto pochi anni e questo rende necessario trovare un gran numero di pozzi per mantenere il livello di produzione. In Europa esiste qualche giacimento, soprattutto in Francia ed in Polonia, ma non vengono sfruttati per timori di tipo ambientalistico.
Indice DESI Digital Economy and society Index . Monitora il processo di digitalizzazione di un paese in ambito europeo. L’Italia nel 2018 risulta quartultima.
GDPR. Direttiva dell’Unione Europea tesa a proteggere i nostri dati che parla anche di un diritto alla spiegazione degli algoritmi che portano a determinati risultati. Diritto che rimane sostanzialmente disatteso.
Industria 4.0 La quarta rivoluzione industriale dovrebbe portare alla produzione industriale del tutto automatizzata ed interconnessa. Come è noto la prima rivoluzione industriale è legata alla macchina a vapore nata alla fine del 1700, la seconda è di circa un secolo dopo con il motore a scoppio e l’avvento del petrolio e la terza è dovuta all’avvento dell’informatica.
Internet of Things (IoT, internet degli oggetti) Una definizione che fa riferimento al fatto che in futuro molti dei dispositivi che usiamo saranno connessi ad Internet dialogheranno tra loro costantemente anche grazie all’intelligenza artificiale. Un interconnessione tra il mondo fisico e quello virtuale che ha molte implicazioni non solo pratiche ma anche geopolitiche soprattutto per la possibilità che le nuove tecnologie possano consentire un furto di dati. Una rivoluzione che sarà ancora più incisiva grazie alla tecnologia 5G (vedi voce corrispondente), la quale permetterà di scaricare dati ad una velocità enormemente superiore rispetto al 4G. Renderà possibile, ad esempio, la diffusione delle auto senza pilota piuttosto che droni su campi di battaglia o tecniche di telemedicina.
Intelligenza artificiale (e robotica) Ramo dell’informatica dedicato alla costruzione di esseri artificiali o meglio di sistemi hardware e software che dotino le macchine di caratteristiche considerate umane, si tratta di una definizione elaborata dall’università di Stanford. Nasce nel 1956. Negli ultimi anni, grazie ad un salto tecnologico inatteso, i computer riescono a riconoscere le voci e a distinguere le immagini. In pratica i computer sono passati da un meccanismo di what if (se succede questo fai questo) ad uno di autoapprendimento. Naturalmente è un apprendimento legato esclusivamente a calcoli matematici e non ad un cervello biologico. Grazie ad un numero elevatissimo di immagini date loro in pasto sono stati gradualmente allenati a riconoscerle. In termini tecnici si parla di machine learning. Tra le attività che un’intelligenza artificiale può fare ci sono già la guida di veicoli e la scrittura di un libro o la pittura di un quadro, recentemente un dipinto creato dal computer è stato venduto per oltre 430.000 euro. Tra poco potrebbe esserci anche un’operazione chirurgica al cuore visto che analizzandone un numero adeguato è possibile ricreare, e quindi “spiegare” alla macchina, tutte le situazioni che si possono presentare. Circa 20 anni fa un campione di scacchi è stato battuto dal PC, tre anni fa l’intelligenza artificiale ha superato le capacità umane anche nel gioco di strategia Go, diffuso in Giappone, molto più complesso da modellizzare. Sono stai fatti progressi per avvicinare l’intelligenza artificiale a quella umana consentendo alla prima di attingere ad una memoria esterna relativa, cioè, a calcoli fatti in precedenza. Recentemente due algoritmi (un algoritmo è una serie di istruzione date alla macchina per affrontare un problema o una situazione, il deep learning è un particolare algoritmo) sono stati messi in concorrenza tra loro. Un computer doveva produrre immagini ed un altro doveva distinguere tra quelle vere e quella create dal “collega”. Il processo è iterativo, si ricomincia ogni volta che viene individuato un falso così i due programmi migliorano ed è così che sono stati creati i deep fake diffusi recentemente su internet. Tutto questo rimane ancora ad un primo scalino dove i risultati vengono conseguiti analizzando il passato, il prossimo passo dovrebbe essere quello di capire cosa potrebbe succedere in base ad un dato intervento. L’intelligenza artificiale inoltre non dice ancora nulla sul perché qualcosa accade, non è in grado di costruire argomenti controfattuali: cosa sarebbe successo se si fosse adottato un altro comportamento. Ovviamente quando si arriverà a questo terzo stadio emergeranno con forza molti dei timori che accompagnano da sempre lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Gli ottimisti fanno spesso riferimento all’auto a guida automatica e, pur ammettendo che potrebbe mettere sotto un pedone di fronte alla scelta tra questo ed un’altra automobile, ricordano che moltissimi incidenti dovuti alla distrazione umana sarebbero evitati. Nella chirurgia esistono già dei robot in grado di affiancare il chirurgo pur senza sostituirlo. Il più noto si chiama Da Vinci, è prodotto da un’azienda statunitense quotata al NASDAQ (Intuitive surgical) ed è presente in oltre 5.000 esemplari in tutti gli ospedali del mondo. Principalmente vengono usati in ginecologia ed urologia; In Italia ne esistono circa 100. Il robot esegue l’operazione ma è guidato dal chirurgo. Il prossimo passo, già per altro in sperimentazione, è rappresentato da STAR (Smart Tissue Autonomous Robot) che ha già effettuato in autonomia degli interventi per ricucire il tessuto molle dei maiali. Attualmente circa il 50% delle spese in Intelligenza artificiale sono di uso militare e sono sostenute da USA e Cina.
Oro e altri metalli preziosi (le riserve della Banca d’Italia) Da 6.000 anni, da quando ne è iniziata l’estrazione, l’umanità ha fiducia nell’oro. Al mondo ne esistono 190.000 tonnellate e ne vengono estratte circa 2800 ogni anno. Per avere un termine di paragone si pensi che di acciaio se ne producono 140 milioni di tonnellate ogni mese. La sua caratteristica più importante, oltre quella di essere utilizzato per i gioielli e, più di recente nell’industria, è quella di riserva di valore. Le monete in oro sono state usate per effettuare gli scambi anche se spesso miscelate con altri metalli, poi abbiamo avuto il Gold Standard e l’accordo di Bretton Woods, prima di arrivare alla realtà attuale. Il passaggio dall’oro alla carta, per quanto possa sembrare paradossale alla luce di tensioni inflazionistiche che si sono avute nella storia, è legato anche al fatto che improvvise variazioni nella disponibilità del metallo giallo determinavano inflazione o deflazione. Quando, ad esempio, arrivò l’oro delle Americhe portato da Spagna e Portogallo ci furono fenomeni inflattivi. Per un determinato periodo anche l’argento ha concorso ad essere una riserva di valore fino a quando il progresso tecnologico ne accelerò la produzione facendogli perdere valore e dando così il via, nella seconda metà dell’800, al Gold standard. In quel regime ogni valuta aveva una quotazione rispetto all’oro e la carta moneta poteva essere convertita in oro su richiesta; ad un certo punto quest’ultima caratteristica divenne insostenibile e, poco a poco, le diverse banche centrali si sciolsero da tale impegno. Italia, Svizzera, Francia, Polonia e Paesi Bassi, il cosiddetto blocco dell’oro, furono le ultime nazioni ad abbandonare la parità a costo di un discreto calo delle riserve auree nazionali. Su quelle di via Nazionale torniamo più avanti. L’oro estratto annualmente è destinato per il 50% all’oreficeria, per il 10% all’industria e per il restante 40% viene depositato come riserva di valore. In gioielleria solitamente si usa l’oro a 18 carati ossia puro al 75% e fuso con altri metalli (in genere argento e bronzo); quello da tesaurizzazione è a 24 carati ossia puro al 100%. Il valore dell’oro aumenta in momenti di incertezza economica, data la sua caratteristica di bene rifugio, ed è correlato inversamente all’andamento dei tassi di interesse. Se questi aumentano, ovviamente in condizioni di economia stabile, il metallo giallo cala perché non è remunerato ed ha dei costi di deposito. Il suo valore è stato mantenuto fisso durante il periodo degli accordi di Bretton Woods, valeva 35 dollari l’oncia (un’oncia equivale a poco più di 30 grammi) poi nel 1968 iniziò a crescere quando la banca centrale americana, che si era impegnata a vendere oro a 35 dollari a chiunque, non ce la fece più a mantenere la promessa. Nel 1971 cessò la convertibilità del dollaro in oro ed il valore dell’oro, da quel momento, viene fissato dall’incontro tra domanda ed offerta. Oggi il prezzo è oltre 30 volte quello del 1970 nonostante il livello dei prezzi al consumo negli USA sia salito solamente di quasi sette volte. L’oro della banca d’Italia, considerato un identico ammontare, è passato da un valore di 11 miliardi di Euro ad uno intorno ai 90. Al momento, e dal 1998 anno in cui ha ceduto 141 tonnellate di metallo giallo alla BCE, la nostra banca centrale ne ha 2452. Solo 4 sotto forma di monete per il resto sono lingotti. Si tratta della quarta riserva al mondo dopo quella della FED, della Bundesbank e del FMI. Fisicamente non tutto si trova a Roma: poco più del 40% è a New York, due quote ognuna di circa il 6% sono in Inghilterra ed in Svizzera. Le ragioni della suddivisione derivano principalmente dai luoghi in cui è stato acquistato: spostare tali quantità di oro è difficile e costoso. Nel caveau della Riserva Federale di New York è detenuto l’oro di molte nazioni compreso il 37% di quello tedesco. Fino a pochi anni fa quasi tutto l’oro tedesco era all’estero perché, quando esisteva ancora la Germania orientale, si riteneva pericoloso tenerlo vicino al nemico. Persino quando, nel 1974, abbiamo dovuto dare dell’oro in pegno alla Germania a garanzia di un prestito, il metallo fisicamente non si è spostato da Roma a riprova delle difficoltà logistiche. Le banche centrali non possono vendere l’oro contenuto nei loro forzieri se non in minima parte e annunciandolo al sistema con largo anticipo. Nel 1999 il governo inglese decise di vendere una parte delle riserve auree facendo precipitare il prezzo. In quello stesso anno fu raggiunto un accordo, già rinnovato 4 volte, per evitare episodi simili. Il significato di avere riserve auree per uno Stato, oltre che essere legato ad oggettive difficoltà di venderlo, è quello di mantenere la fiducia dei mercati; un residuo, se si vuole, di quando le banconote erano convertibili ed un oggettivo strumento di garanzia se si dovessero ripetere situazioni come quella in cui si è trovata l’Italia nel 1974 dopo la prima crisi petrolifera. Per quanto ovvio vale la pena ricordare che il nostro debito pubblico è di circa 2.300 miliardi, ben poco potrebbe fare la vendita dell’oro della banca centrale! Come sappiamo oltre all’oro esistono altri metalli preziosi, quelli più oggetto d’investimento sono l’argento ed il platino. Di quest’ultimo ne vengono estratte 250 tonnellate all’anno di cui 27 in Russia ed il resto in Sud Africa. Viene usato in medicina per i pacemaker e nell’industria aeronautica per la sua resistenza alle alte temperature.
Riscaldamento globale L’accordo di Parigi parte dalla constatazione che dai valori precedenti alla rivoluzione industriale la temperatura media del pianeta è salita di circa un grado. Si propone due obiettivi uno ,più ambizioso, di restare sotto un grado e mezzo, l’altro parla di rimanere sotto i due gradi. E’ stato dimostrato un lieve innalzamento del livello del mare e lo scioglimento del 50% dei ghiacci artici negli ultimi 30 anni. L’Antartide si e salvata grazie ad una diversa circolazione atmosferica. Secondo alcune stime, se non si fa niente, dopo il 2100 potrebbero esserci, in alcune aree del pianeta, condizioni stabilmente proibitive per la vita. Per rimanere sotto il grado e mezzo il cosiddetto picco delle emissioni deve essere raggiunto entro 30 anni e questo comporterebbe un forte rinnovo tecnologico nei trasporti e nei sistemi di riscaldamento giusto per fare due esempi . Più in dettaglio, e sempre a titolo di esempio, si sta lavorando per far sì che possa essere accumulata anche l’energia prodotta dal solare e dall’eolico. Si parla anche di tecnologie in grado di assorbire anidride carbonica ma appaiono molto lontane e richiedono ingenti investimenti in ricerca e sviluppo. Uno studio dell’Università dell’East Anglia attribuisce all’Europa il 10% delle emissioni di CO2, agli USA il 15% , alla Cina il 27% ed il 7% all’India. Le emissioni europee sono scese molto negli ultimi anni. Per chiudere con una nota di ottimismo ricordiamo che Tertulliano, uno scrittore romano del secondo secolo dopo Cristo, in un trattato, il De Anima, sosteneva che all’umanità non bastassero le risorse disponibili per andare avanti.
Shale oil Qualità di petrolio estratto dalle rocce che ha permesso agli USA di diventare il primo produttore mondiale di petrolio e di esportarlo.
Sicurezza informatica Attualmente ci sono 18 miliardi di dispositivi connessi , quasi tre a testa per ogni abitante del pianeta. Si stima che nel 2025 saranno quasi il doppio. Esistono 4 miliardi di utenti internet e 3 miliardi di account sui social. Gli USA sono il più largo mercato di soluzioni di sicurezza informatica , seguiti da Inghilterra , Cina , Giappone e Germania. Il fatturato complessivo, al momento, è superiore ai 30 mld di dollari, un quarto di quello del gruppo FCA, la metà di quello dell’ENI. Recentemente ha fatto scalpore un articolo del WSJ che ha raccontato come per rubare un numero della sicurezza sociale statunitense, considerato uno dei più sicuri sistemi di identità, possano bastare tre dollari e cinque minuti di tempo.
Waste La Banca mondiale ha calcolato che nel 2012 in tutte le città del mondo si producevano 1,3 mld di tonnellate di rifiuti e che nel 2025 se ne produrranno 2,2. La crescita delle megalopoli avverrà soprattutto in Brasile, India , Messico e Cina. Quest’ultima ha un grado di specializzazione nel trattamento dei rifiuti molto alto. Il settore del recupero dei rifiuti si occupa del ciclo cittadino, dei rifiuti speciali che non sono soltanto quelli pericolosi, ma anche quelli derivanti dal tasso di sostituzione, sempre più elevato, di oggetti quali telefonini e simili ed, infine, del riciclo di alluminio, carta e plastica. Come è noto è quest’ultima a destare il maggior grado di preoccupazione: da metà degli anni 50 il mondo è stato inondato con prodotti il cui ciclo di vita arriva al massimo a 35 anni. Se non smaltita correttamente inizia un processo di degrado che porta alla formazione di microplastiche dannose soprattutto per l’ecosistema marino. La tecnologia sta cercando di sviluppare processi di depolimerizzazione sempre più efficienti, sta cercando cioè di recuperare dalla plastica principalmente idrogeno e gasolio. Alcune ricerche puntano alla creazione di polimeri più facilmente riciclabili senza, cioè dover raggiungere temperature tra i 500 ed i 600 gradi come succede al momento. Tutte queste considerazioni fanno del settore dei rifiuti un possibile oggetto di investimento decorrelato dal generale andamento dell’economia.